PAROLA ALL’ASSOCIATO – SANDRO BOTTEGA, AMMINISTRATORE DELEGATO DI BOTTEGA SpA.
Ci racconta com’è nata l’azienda?
L’azienda ha 43 anni di storia alle spalle con l’attuale compagine societaria. Più in senso lato, la mia famiglia è da tre generazioni attiva nella produzione di vini e bevande alcoliche e da quattro secoli nella coltivazione di vigneti nella zona del prosecco. Oggi generiamo circa l’85% del nostro fatturato in 150 paesi del mondo.
Quali sono le principali opportunità del travel retail che l’hanno spinta a entrare in questo mondo?
Fin dall’inizio la nostra politica consisteva nel vendere prodotti con un posizionamento medio-alto e alto, quindi la distribuzione doveva essere necessariamente selettiva. Il mondo del duty free e del travel retail rispondeva a questa esigenza: nel 1989 siamo così entrati nel primo duty free a Venezia. Oggi siamo presenti nel duty free sia aeroportuale, sia a bordo degli aerei e dei treni in Italia ed Europa. Ancora, operiamo nel mondo delle ambasciate tramite alcuni nostri distributori, nei ristoranti, nelle stazioni ferroviarie ed in alcune catene di hotel. Nei ristoranti siamo entrati con il Bottega Prosecco Bar, in cui il cliente può degustare un calice di prosecco o di un altro vino della selezione Bottega, abbinato a stuzzichini o a semplici piatti della tradizione mediterranea.
Ci sono prodotti che hanno risposto meglio nel travel retail?
Nei duty free aeroportuali sono più diffusi i prodotti ad alto prezzo, come le bottiglie verniciate, mentre negli aerei sono preferiti i formati mignon delle bottiglie. Un’altra parte importante del nostro business è il pre-order: è un sistema di vendita creato dalle compagnie aeree scandinave, che permette al viaggiatore di fare un acquisto online e di ricevere il prodotto acquistato, in aereo o in aeroporto nel momento in cui fa ritorno a casa.
Quale è stato l’impatto del Covid-19 sul suo modello di business? Avete introdotto delle innovazioni?
Il mondo del travel è stato purtroppo quasi totalmente cancellato da questa pandemia. In alcuni paesi del mondo siamo in lieve ripresa, ma dovremo attendere gli sviluppi delle vaccinazioni. Nel corso di quest’anno abbiamo lanciato alcune promozioni, messe in atto più per mantenere i rapporti e sentirsi vicini ai clienti che non per i risultati economici.
Come ATRI può contribuire allo sviluppo del business?
A mio avviso ATRI potrebbe adoperarsi per la tutela delle norme che permettono al prodotto di essere acquistato: per esempio, per scongiurare che le limitazioni sul tabacco possano essere applicate anche al mondo dell’alcol, con gli ovvi risvolti negativi. ATRI potrebbe anche far presente al governo la difficoltà in cui riversano le aziende che sono legate a questo mondo: questo è un momento critico, che dovrebbe poter essere superato con un supporto da parte dell’esecutivo.
Vorrei infine chiedere ad ATRI di essere proattiva dal punto di vista dell’immagine del turismo italiano, interagendo con tutti gli enti preposti in maniera tale da trovare soluzioni che permettano di aumentare il flusso turistico negli anni a venire.
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