Durante l’OSSERVATORIO NAZIONALE SULLE FOOD COURT, è emersa la nuova definizione di Food Court:
“Un’area dedicata alla ristorazione in cui si annoverano almeno 5 unità destinate a brand nazionali, internazionali e locali, ognuno con il proprio format e la propria identità distinta, che presentano un’offerta diversificata e sinergica. L’area è organizzata con tavoli pertinenziali e/o comuni ed è gestita con una visione unitaria in termini di brand mix, servizi e attività di marketing. Il design è studiato per creare un ambiente funzionale, confortevole e riconoscibile”.
Stefano Gardini, Presidente di ATRI ha sottolineato:
“Le Food Court per funzionare bene, necessitano di ampi spazi, grande visibilità e di essere localizzate in punti nevralgici. Nel caso aeroportuale, ad esempio, questi elementi si riscontrano quando le Food Court vengono localizzate in air side in posizioni ben visibili dai percorsi che i passeggeri si trovano a compiere. L’assenza di questi elementi ha spesso spinto i gestori degli scali di piccole/media dimensione, a localizzare gli spazi F&B all’interno dei flussi operativi obbligatori, migliorando nel contempo la permanenza in tali spazi ed ottimizzando i ricavi. In genere in tali scali i processi di riconfigurazione interna hanno dovuto fare i conti con limiti operativi ed infrastrutturali ma la competenza e la creatività è prevalsa con soluzioni eccellenti nella maggior parte degli scali minori”.